Psicologia On-Line: riflessioni

In questo periodo sto leggendo molto e, sempre più spesso, mi imbatto in articoli che spiegano come impostare il setting clinico on line, quali sono i vantaggi e svantaggi e che impongono Linee Guida a tutti gli psicologi e psicoterapeuti al fine di tutelare e tutelarsi all’interno di questa nuova modalità di relazione.

Nonostante il difficile momento che noi tutti stiamo affrontando, credo che, nel campo della psicologia, stiamo facendo uno dei più grandi cambiamenti culturali.

Personalmente uso piattaforme on line con i pazienti già da diversi anni e frequenti erano le discussioni con colleghi che consideravano il mio lavoro da remoto non del tutto corretto, talvolta tendenzialmente distante dai canoni della nostra professione.

A tal proposito, mi sono posta sempre tante domande e soprattutto ho chiesto confronti con professionisti molto più senior di me e sono sempre stata convinta che la nostra professione da remoto si può fare e, dove è necessario, è un obbligo svolgere.

Ho avuto pazienti che vivevano in zone in cui non era possibile disporre di un servizio specifico, pensiamo all’Habit Reversal per la sindrome di Tourette, pazienti che per studio si erano trasferiti all’estero e non avevano voglia di ricominciare un percorso con un terapeuta/psicologo nuovo o di una lingua che non era la loro, pazienti che non potevano essere accompagnati dai genitori in studio per problemi logistici… Davvero avrei dovuto negare loro la mia professionalità?

E io quei vantaggi li vedevo, i vantaggi della flessibilità!

Esiste una società che si sta evolvendo e bisogna stare al passo.
Un cliente deve essere libero di scegliere il professionista in base alla sua specializzazione, non perché vicino casa.

Poi certo, è dovere nostro essere in grado di instaurare una relazione autentica e di fiducia anche attraverso uno schermo, ma i maggiori studi in Letteratura confermano che è assolutamente possibile se si è in grado di fare il proprio lavoro.

Importanti rimangono le regole: mantenere fede agli appuntamenti dati, avere un vestiario consono e la cosa più importante è ritagliarsi uno spazio privato dove nessuno possa sentire cosa viene detto.

Credo inoltre che sia anche vero che questa modalità possa non andar bene per tutti i pazienti. Ci sono situazioni in cui è molto più vantaggioso il contatto diretto.

Ecco che torna il tema della flessibilità! Credo che l’etica professionale stia nel saper
proporre al paziente la soluzione più idonea alle sue richieste, non richiudendosi in regole sterili derivate dal passato, che potrebbero avere ripercussioni negative sul paziente stesso.

Quindi sì al supporto psicologico e alla terapia on line, non dimenticando di seguire le regole di buon costume, di stabile spazi adeguati per tutelare la privacy del paziente e ovviamente di predisporre di una dose di grande professionalità.

Dott.ssa Roberta Galentino

roberta.galentino@gmail.com

Psicologa / Psicoterapeuta

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